Quello della futura Pensione è un gran problema per i giovani e dobbiamo dare loro tutto l’aiuto possibile per imparare ad affrontarlo.
Hanno bisogno di aiuto poiché, pur essendo una questione che li riguarda direttamente, non hanno piena coscienza di ciò che li aspetta. Soprattutto non sono abbastanza informati su quali sono gli strumenti per affrontare il problema e come utilizzarli.
Diciamo che il loro approccio è molto ironico; com’è che dicono sempre?
Io alla Pensione neanche ci arrivo!
La vediamo solo con il binocolo!
Seguendo l’onda mediatica, si limitano a manifestare il loro malcontento verso la classe politica che nei decenni passati ha quasi portato il Sistema Previdenziale al collasso.
Purtroppo questo atteggiamento non li aiuta a risolvere il loro problema ed ecco perché abbiamo il dovere di intervenire noi che siamo più presenti sull’argomento.
QUAL È IL PROBLEMA DELLA PENSIONE?
A differenza di come funzionava per i nostri nonni e genitori, la nostra futura Pensione non verrà costruita secondo il criterio “retributivo”, ovvero in proporzione agli ultimi stipendi.
La Riforma Dini (L. 335/95) ha segnato un cambiamento drastico; per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996, infatti, si costruisce secondo il metodo “contributivo”, cioè sulla base della quantità di contributi che effettivamente accumuliamo.
L’effetto più tangibile di questa più recente impostazione è che la prima mensilità della nostra Pensione sarà pari a circa la metà del nostro ultimo stipendio.
Questa differenza si misura con il c.d. “tasso di sostituzione” e va a costituire il Gap Previdenziale, ovvero la differenza di potere di acquisto con cui dovremo fare i conti quando ormai non saremo più giovani.
Sarai pronto a vivere con metà soldi?
QUALE PUÒ ESSERE LA SOLUZIONE?
Qualsiasi tentativo di accantonare il risparmio verso il futuro è utile allo scopo, ma non tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione sono ugualmente efficaci.
Lasciare tutta la nostra liquidità sul C/C Bancario non è una strategia efficace per via dei costi fissi e dell’erosione di potere di acquisto da parte dell’inflazione.
Un altro limite di questa scelta è anche e soprattutto la totale assenza di rendimento e la stessa cosa vale per chi pensa di tenere tutti i propri risparmi nel salvadanaio.
Noi vogliamo veder crescere il nostro capitale e quindi dobbiamo dirigere la nostra attenzione verso una soluzione di risparmio gestito, per inseguire rendimenti finanziari.
Un Piano di Accumulo?
È sicuramente un passo avanti per ottenere un risultato che non sia pari a zero, ma in realtà possiamo scoprire che esiste una soluzione più efficace e adatta allo scopo.
Si tratta di una soluzione che ci consente di veder rimanere nelle nostre tasche più soldi di quanti ne vedremmo utilizzando altri strumenti di gestione del risparmio, così da minimizzare il più possibile il Gap Previdenziale.
La Previdenza Complementare!
PERCHÉ IL FONDO PENSIONE?
Si, quando parliamo di Previdenza Complementare intendiamo proprio il Fondo Pensione.
Anche se questo termine viene spesso utilizzato in maniera generica, in realtà si tratta di uno strumento ben specifico che si distingue da tutti gli altri che possono essere utilizzati per accantonare risparmio.
Garantisce vantaggi enormi.
LIBERTÀ DEI VERSAMENTI E CONTRIBUZIONE
A differenza dei generici Piani di Accumulo, quando si sottoscrive un Fondo Pensione non è necessario decidere quanto versare e ogni quanto farlo.
Possiamo anche deciderlo, ma la scelta non è vincolante e possiamo cambiarla in ogni momento, anche interrompendo i versamenti in un periodo in cui ci risulta difficile farli.
Oltre a questo possiamo versare quando vogliamo qualsiasi somma aggiuntiva, senza limiti minimi o massimi di importo e senza preavviso.
Chiunque può sottoscriverlo, indipendentemente dalla situazione economica e lavorativa; ognuno ha interesse a farlo poiché il problema della futura Pensione riguarda tutti..
Siamo tutti liberi di versare contributi con la libertà appena descritta, ma in particolare il Lavoratore Dipendente ha una possibilità in più: può alimentarlo con il proprio TFR.
Può dare istruzioni all’Azienda di destinare quella parte “invisibile” della retribuzione ad incrementare la propria futura Pensione integrativa.
Così facendo potrà beneficiare di importanti risparmi fiscali come vedremo tra poco e sarà comunque sicuro di poter accedere immediatamente al proprio capitale in caso di interruzione del rapporto di lavoro (come la classica liquidazione).
LE AGEVOLAZIONI FISCALI
Il primo vantaggio fiscale riguarda chi alimenta il Fondo Pensione con contributi volontari.
Le somme versate sono deducibili fino al limite annuo di 5.164€, e vanno quindi a diminuire la base imponibile del nostro reddito su cui si calcolano le tasse da pagare.
Questo significa che, mentre ci impegniamo a costruire la nostra futura Pensione, lo Stato ci riconosce un bello sconto sulle tasse da pagare.
Il risparmio minimo è di almeno il 23% delle somme versate, che rappresenta la più bassa delle aliquote IRPEF a cui siamo sottoposti (che poi aumenta, al crescere del reddito).
Il secondo vantaggio fiscale invece interessa tutti e riguarda la tassazione finale.
Quando la nostra futura Pensione integrativa ci arriverà in tasca, il capitale verrà tassato con aliquota massima 15%; questa aliquota nel tempo diminuisce fino al minimo del 9% ed è per questo che tutti dovrebbero sottoscrivere un Fondo Pensione il prima possibile.
Il nostro guadagno consiste nella differenza tra la deduzione iniziale (23% o più alta) e quello della tassazione finale (15% o più bassa).
Questo risparmio fiscale equivale a soldi che rimangono nelle nostre tasche.
8% di risparmio garantito, o anche di più.
Conosci altri investimento che garantiscono un rendimento così alto? Senza rischio?
QUANTO DURA IL FONDO PENSIONE?
Considerata la specifica finalità per cui è stato pensato, il Fondo Pensione ha la sua naturale scadenza nel momento in cui raggiungiamo l’età pensionabile.
È un traguardo lontano, ma il gran numero di anni che abbiamo a nostra disposizione prima di raggiungerlo gioca sicuramente a nostro favore per l’aliquota fiscale (e non solo).
Per garantire l’accesso al capitale prima del tempo, in caso di alcune particolari necessità, sono previsti alcuni motivi per chiedere Anticipazioni:
- Gravi motivi di salute: in qualsiasi momento, fino al 75%
- Acquisto e ristrutturazione prima casa: dopo 8 anni, fino al 75%
- Qualsiasi altra esigenza: dopo 8 anni, fino al 30%
È anche prevista la possibilità di richiedere il Riscatto in seguito alla perdita del lavoro:
- Riscatto del 50% del capitale, dopo 12 mesi
- Riscatto del 100% del capitale, dopo 48 mesi
Al verificarsi di un evento problematico come l’interruzione del rapporto di lavoro e pensando alle difficoltà economiche che possono nascerne, la Normativa si è evoluta con una novità a vantaggio dell’Aderente.
Da Agosto 2017 infatti è prevista la possibilità di procedere immediatamente con il riscatto totale; unico svantaggio di questa scelta drastica è quello di rinunciare alla tassazione agevolata che abbiamo visto poco sopra.
Di fatto è come ottenere la classica liquidazione e, tolto questo dubbio, non sembrano davvero esserci motivi per evitare iniziare questo utile percorso.
QUANTO RENDE UN FONDO PENSIONE?
Si tratta di una forma di investimento finanziario-assicurativo e pertanto è lecito domandarsi quali possono essere i rendimenti sul nostro capitale. L’unica cosa certa è che i rendimenti non possono essere previsti in anticipo, né promessi con certezza.
Chi non ama il rischio può adagiarsi su una linea di gestione prudente che garantisce la conservazione del capitale, pur senza sperare di vederlo aumentare molto.
C’è sempre il risparmio fiscale garantito, eh!
Chi invece se la sente di rischiare per inseguire l’opportunità di veder crescere in modo significativo i propri risparmi, può scegliere linee di investimento più dinamiche.
I tanti anni che devono passare prima di arrivare all’obiettivo finale possono consentirci di raggiungere davvero risultati molto interessanti. Basta avere è la pazienza di aspettare.
QUALE FONDO PENSIONE SCEGLIERE?
Arrivati a questo punto voglio dare per scontato che non ci devono essere dubbi sulla necessità e sulla convenienza di sottoscrivere un Fondo Pensione per affrontare il problema della futura Pensione.
Ma se le caratteristiche della Previdenza Complementare sono disciplinate dalla Legge e tutti i Fondi Pensione funzionano allo stesso modo, quale dei tanti possiamo preferire?
Dobbiamo ragionare sul fatto che c’è un unico elemento che li rende diversi: I COSTI.
Per scegliere in maniera efficace e consapevole è necessario confrontarsi con un Intermediario Assicurativo che si dimostri competente in materia e che sappia affiancarci anche nella gestione finanziaria dell’investimento nel corso del tempo.
Noi di BIG Insurance Blog siamo a tua disposizione per approfondire l’argomento.
L’Autore dell’articolo è Alessio Cioeta, consulta il suo profilo professionale.
Contattalo via email scrivendo a: alessio.cioeta@biginsurance.it
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